Un Commento a “PATTO PREMATRIMONIALE KATE WILLIAM”
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Caro Prof. Massoni,
Le scrivo queste due semplici righe (che saranno senz’altro postate nella zona sbagliata, ma io con Internet proprio “non ci azzecco”..), perchè credo che questo tema Le stia particolarmente a cuore. Il titolo potrebbe essere semplicemente “donne e carriera” (ma meglio sarebbe “donne falsa emancipazione”).
Ho letto sul giornale La Stampa di alcuni gioni fà un articolo sulla Prof.ssa Cristiana Rastellini, ricercatrice biologa italiana molto conosciuta e stimata (in America, infatti è lì che vive e lavora, come tanti altri bravi professionisti che non hanno trovato spazio, fiducia e mezzi nel nostro paese..).
La Prof.ssa in questione è una di quelle personalità femminili che appaiono di tanto in tanto sui giornali e che, da una lettura superficiale, dovrebbero servire da esempio emancipante per “tutte” le altre persone dello stesso sesso che aspirano a tali risultati, sbandierando ai quattro venti il solito motto: “Col sacrificio, la gloria”.
Ma quanta falsità, ma quanta ipocrisia, ma quanta vanità. Per carità, io non conosco questa persona che i suoi meriti se li è sicuramente guadagnati e non discuto. Ma è sul modo di dare certe notizie che provo una profonda nausea. Non voglio con Lei farne una gara personale e altrettanto ipocrita, ma io conosco BENISSIMO tante altre persone (sopratutto donne) che avrebbero potuto coronare lo stesso sogno e ne avrebbero avuto le carte per farlo (E CHE CARTE..). Ma sono rimaste al palo e vengono additate come perdenti, deboli, senza la giusta volontà e carattere combattivo ecc. ecc. Perchè nel mondo accademico un “summa magna cum laude” dovrebbe significare qualcosa…
La verità è un’altra e molto semplice: non c’erano i soldi per finanziare il prosieguo degli studi o delle ricerche. Cioè tali persone (diciamo non fortunate) non avevano i soldi per poter continuare a vivere (cioè vestirsi, mangiare, pagarsi l’affitto della casa ecc. e non per pagarsi le vacanze qui o lì..). Tutte quelle cosa che nella fattispecie alla Prof.ssa non mancavano di certo, in quanto (beata lei) poteva contare sull’aiuto finanziario del marito che, guardacaso, era anche medico.
Potrei raccontare per filo e per segno come si svolge la giornata media di un genitore (e sopratutto di una mamma) che non può disporre di tali agiattezze e una tale persona, in tale situazione, potrà solo dirsi fortunata se avrà la forza, la sera, di cadere sul letto e sperare di addormentarsi il più velocemente possibile (perchè “quella” stanchezza, alle volte, non ti fà neanche dormire..). Altro che volontà, altro che organizzazione: se non hai le “palanche” ti ritrovi presto in un angolo, sopratutto in “certi” ambienti !!!
Bè, purtroppo è un tema noioso (perchè è la verità e quella piace a pochi..)ma ho notato che Lei è attento ricercatore di obbiettività è di completezza di informazione e spero che Lei ne tragga ispirazione per una delle sue simpatiche , vivissime e interessantissime riflessioni.
Cordialmente